giovedì 4 aprile 2013

Poesia breve

Ormai, la mia politica per il blog non è più quella di rispettare aggiornamenti regolari: non sono una persona metodica e regolare, dopotutto; sto trovando molto più a misura del sottoscritto la pratica di pubblicare quel che ho pronto quando ce l'ho pronto, senza stare troppo a programmare e a stabilire tabelle di marcia.

Tuttavia, per quanto questa poesia fosse pronta già da ieri, tre aggiornamenti nella stessa giornata mi sembravano troppi.
Così questi versi vi vengono proposti solo oggi.

L'immagine mentale che c'è dietro è quella dei sogni, delle aspirazioni, delle ambizioni e delle speranze abbandonati, visti come mobili pregiati (il "sogno nel cassetto" che diventa il cassetto stesso) lasciati in una stanza chiusa dove, più che marcire, sbiadiscono.
La cosa veramente curiosa è che, quando avevo scritto i primi quattro versi, si è "scoperchiato un cassetto" in questa mia "camera del passato"; non ho capito bene che cosa ne è uscito fuori, e a quanto pare il cassetto si è subito richiuso, ma la coincidenza resta. E, parlando di coincidenze, proprio oggi, dopo aver concluso la poesia, ho letto per puro caso un fumetto dove si parla proprio dei sogni che una persona "abbandona per strada" nel corso della sua vita.
Interessante, vero?

Cosa rimane? Sui sogni passati,
Sepolti, si posa
Solo la polvere, e copre di grigio
Gli intarsi dorati,
Spenti oramai, consumati dal buio
Che tutto divora.

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