venerdì 10 giugno 2011

Ombre antiche sul presente: arti magiche - ultima parte

Con parecchio ritardo rispetto a quanto avevo previsto, complici problemi di salute, studio e scarsa voglia, ecco qui l'ultima parte del capitolo di Ombre antiche sul presente dedicato alla magia.


L'enigma della magia spiritica
Secondo le antiche religioni, la vita degli uomini non terminerebbe con la morte del corpo, e ogni individuo proseguirebbe la propria esistenza in una nuova forma spirituale anche dopo la sua scomparsa dal mondo materiale. Le diverse religioni attribuivano diversi significati e diverse caratteristiche a questa nuova vita “spirituale”, ma ben pochi teologi avevano realmente idea della reale natura di tale “esistenza”.
Se è vero che tutta la vita del mondo viene sostenuta dall'energia immateriale del caos, infatti, è altrettanto vero che, dopo la morte dei suoi ricettacoli, tale energia torna a fluire nella dimensione dove era localizzata in passato, trascinando con sé anche parte delle memorie dei corpi abitati -assieme a ciò che alcuni potrebbero chiamare “anima” di tali corpi. Questa verità, tuttavia, non ha mai avuto nessuna applicazione esoterica su larga scala, quantomeno non prima della grande devastazione seguite all'avvento del caos. È probabile che, in precedenza, alcuni rari individui avessero già sviluppato delle doti particolari grazie alle quali riuscivano a entrare in contatto con le “anime” dei trapassati, ma il loro talento sarebbe sembrato ben poca cosa davanti a ciò che sarebbe venuto.
Fu solo in seguito alla scomparsa degli “dei” che gli uomini, alla ricerca come sempre di una speranza di superare la morte, “scoprirono” il mondo degli spiriti. Di sicuro, in ciò ebbe un grosso peso la compenetrazione fra universo immateriale e universo materiale, in virtù della quale gli individui più sensibili ebbero modo di trovarsi letteralmente “faccia a faccia” con la dimensione eterea. Col passare degli anni tali conoscenze si diffusero, e in certi rifugi non è raro che venga professata una vera e propria fede negli spiriti degli antenati, visti come guardiani dei viventi e compagni dei deceduti.
Ma la magia spiritica vera e propria resta al di là della portata della maggior parte degli individui. Di fatto, l'unico culto spiritico realmente sviluppato è quello di cui fanno parte i membri di una frangia estremista dei guerrieri-stregoni di Daiva, soldati che traggono potere dalle anime dei loro predecessori dopo aver rinnegato la stregoneria per non avere più nulla che li accomunasse ai traditori. Come già accennato, i membri di tale culto non si rivolgono agli spiriti dei propri antenati, bensì a quelli dei più grandi fra i loro commilitoni caduti. Una antica tradizione vuole che gli sciamani veri e propri all'interno del culto siano in numero limitato, e che si tramandino fra loro le stesse armature; i loro spiriti guida non sono infatti delle comuni apparizioni, bensì le anime dei confratelli che prima di loro hanno indossato tali armature, in un vincolo che cementa la reciproca unione e il forte tradizionalismo del culto.
Anziché spiriti antenati, tali guerrieri-stregoni invocano gli spiriti dei campioni del passato, o talvolta di quei compagni d'armi che si distinsero in passato per doti particolari. In termini di gioco, questi ultimi spiriti si comportano esattamente come gli spiriti guardiani e come gli spiriti naturali, i secondi legati sempre e solo alla runa dell'uomo e mai a quella animale o vegetale. I membri del culto non fanno mai ricorso agli spiriti malanni o maledetti, e aborriscono sopra ogni cosa gli spiriti flagello.
Non così fanno invece quei rari dilettanti che, per virtù o mera casualità, hanno modo di imbrigliare potenti energie spirituali. Nelle aree contaminate dal caos, infatti, esistono delle zone dove la compenetrazione fra materiale e immateriale è talmente intima che perfino un profano è in grado di vedere gli spiriti -e di esserne visto- senza bisogno di cadere in trance. In una simile situazione, anche un semplice dilettante della magia spiritica è in grado di comunicare con gli spiriti e di proiettare la propria anima nel piano spiritico, proprio come se fosse uno sciamano vero e proprio. I medium più accorti rifuggono da tali luoghi, nei quali la presenza di spiriti d'ogni tipo rappresenta un pericolo concreto; tuttavia, non è raro che una tribù di mutati guidata da un incantatore spiritico particolarmente ambizioso e potente si insedi proprio in un posto del genere, considerato spesso un vero e proprio luogo santo benedetto dal caos.
La magia spiritica, in ogni caso, non è esente da rischi: in virtù di quello stesso caos che l'ha resa accessibile ai mortali, la dimensione spiritica è ormai ricolma di spiriti flagello. Tipicamente, essi tendono a ignorare le creature viventi, ma si accaniscono con crudeltà contro chiunque entri nel piano spirituale e non sia abbastanza abile da mascherare la propria presenza. Ogniqualvolta uno sciamano effettua un prova di Sentiero Spiritico, egli deve contestualmente effettuare una prova di Tempra; in caso di fallimento, avrà rivelato la sua posizione a uno o più spiriti flagello, che si affretteranno ad attaccarlo. Il numero esatto degli aggressori dipende dalla zona specifica, ed è maggiore nelle aree più contaminate dal caos; non è raro che uno sciamano troppo avventato trovi la morte proprio così, con l'anima annichilita da quegli spiriti che cercava di controllare.

Nessun commento:

Posta un commento