lunedì 2 maggio 2011

Una poesia di due settimane fa

Nell'attesa delle ultime parti di Ombre antiche sul presente, vi propongo una poesia scritta un paio di settimane fa.

Per inciso, per la stesura questa e altre poesie va ringraziato il mio cellulare col qwerty, sempre ottimo quando si tratta di fissare l'ispirazione di un momento nata in contesti non proprio "adeguati".


Raspano il cuore gli artigli d'un mostro
Feroce e bestiale,
Folle per l'ira da tempo repressa,
Che lotta con rabbia
Sempre più cupida, orrore a vedersi,
Per essere infine
Libero e senza alcun freno alla furia
Provata e sofferta.
Tremo al pensiero del giorno nel quale
La bestia funesta,
Giunta alla fine all'estremo cancello
Del cuore ormai stanco,
Senza alcun freno sarà la padrona
Dell'anima, il corpo
Solo uno schiavo dell'essere oscuro
Uscito alla fine
Dalla prigione d'un cuore che teme,
Di certo vigliacco,
Troppo il dolore provato, talvolta,
Nel freddo soffrire
.

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