lunedì 21 dicembre 2009

Un lavoro di media lunghezza.

Come ogni lunedì, ecco un'altra poesia scritta la settimana scorsa.

Non è lunga come altri componimenti che ho tirato fuori, ma è probabilmente il lavoro più lungo che abbia scritto con questo schema metrico.


No, non pensare che io sia immune
Alla pietà ed ai sentimenti,
O che il mio amore fosse quel comune
Bramare per due momenti
Di possedere la tua giovinezza,
Volerti avere, e nulla più:
Non ti amavo per la mera bellezza,
Il sogno, la musa, eri tu.
Mi levavo in alto lungo i pensieri,
Fino a perdermi in te, assai spesso;
Le parole, i modi, erano sinceri,
Ti avrei donato me stesso.
Ma tu mi hai rifiutato. Ora l'accetto.
Io, che ti avrei dato tutto,
Io, che amavo ogni tuo difetto,
Accetto di veder distrutto
Dal tuo calmo ma fermo rifiuto
Il bel sogno, il mio sperare.
Tu hai scelto, ed io rimango muto:
Al cuore si può comandare.
Ho messo a tacere l'amore. Molto
Ne soffro, certo, ma non quanto
Ho sofferto per il dono non colto,
Dolore che trascende il pianto.
No, non ho più lacrime da versarti.
E non ne verso più per me.
No, non sono certo giunto ad odiarti,
E non ho astio verso di te.
Non rinnego quello che per me è stato,
E la sofferenza non scordo.
Ma l'amore mio per te è andato;
Resta appena, lieve, un ricordo.

Nessun commento:

Posta un commento