lunedì 28 settembre 2009

Dionisiaca quarta

Ecco qui l'ultimo dei miei componimenti simil-giambici.

O meglio: non è proprio l'ultimo, ma fino a quando non trovo il quaderno in cui avevo scritto il successivo rimane ufficialmente tale.

Mio Dioniso, rosso, forte, e buono,
Veloce come il paterno tuono
Dammi per favore il tuo consiglio,
Tu del grande boccale buon figlio:
Grande, grandissima, un'incertezza
Mi toglie il sonno e la sicurezza.
M'è venuto incontro più d'un laccio
D'amore, che stimavo uno straccio
O forse meno, l'odiavo tanto,
Io che ora lo celebro col canto.
Io, mortale, cambio più di voi,
Dei che mutate, secondo noi,
Solo per l'utile del momento,
Quasi foste banderuole al vento.
Ma io divago, e sono prolisso;
Ritorniamo al mio cuore scisso
Fra tante ragazze assai graziose
Chi in questo, chi in quello ben virtuose.
Su quale, mi devi rivelare,
Mi converrebbe per te puntare?
Di donne, si sai, sei molto esperto,
Maestro di riti a cielo aperto,
Liberale in ciò più che ogni dio,
E proprio per questo amico mio.
Signore divino, grato a tutti,
Non lasciare che siano distrutti
I sogni, con gran costernazione,
Di questo tuo grande sbevazzone!

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